Un'occasione da non perdere
Un'occasione da non perdere
Op-Ed / Europe & Central Asia 3 minutes

Un'occasione da non perdere

Qualcuno potrebbe pensare che quando Cipro è entrata nell`Unione Euro- pea, nel 2004, il conflitto che divide l`isola si fosse in qualche modo risolto, ma non è affatto così, come questi ultimi anni hanno dimostrato. Una Cipro in mezzo al guardo lascia in alto mare tutte le parti in causa. I greco-ciprioti, i turco-ciprioti, la Ue e la Turchia: tutti stanno pagando un prezzo per lo stallo attuale. È tempo di riconoscere questo dato di fatto ed è tempo che l`Unione si impegni seriamente in favore di una soluzione da raggiungere con la mediazione dell`Onu. Nonostante il graduale smantellamento delle barriere fisiche, negli ultimi anni, i greco-ciprioti a Sud e i turco-ciprioti a Nord continuano a vivere in due mondi differenti. I primi sono riconosciuti dalla Ue come unica autorità dell`isola. I secondi sono accettati come cittadini dell`Unione, ma in termini pratici possono esercitare ben pochi dei diritti che tale status conferisce, mentre lo sviluppo economico della parte settentrionale dell`isola è ostaggio di circostanze su cui iturco-ciprioti non hanno alcun controllo.

Se i turco-ciprioti hanno uno status inferiore non è per loro colpa, considerando che la maggioranza, nella parte Nord, ha votato a favore del Piano Annan, la proposta di accordo sostenuta da Ue e Onu, nel referendum del 2004. Bruxelles aveva presentato l`accordo come una condizione preferibile ma non vincolante per l`ingresso diCipro nell`Unione, e quindi ì greco-ciprioti, di fatto, erano liberi di rigettare impunemente il piano.

Lasaggezzacomuneindurreb be a pensare che il2004 abbia rappresentato una vittoria straordinaria per la comunità greco-cipriota, che è riuscita in un colpo solo a mettere le mani sulla torta e mangiarsela. Con l`ingresso nell`Unione garantito, a Sud molti si sono sentiti poco inclini a compromessi. Ma se questa inflessibilità dovesse perdurare, ci saranno dei costi da pagare. Molte questioni rimarranno senza soluzione in assenza di una riconciliazione e di un accordo defmitivo.I greco-ciprioti che rivendicano la restituzione delle proprietà perdute rimarranno a mani vuote. Il mantenimento dell`assetto attuale vorrebbe dire che i soldati turchi rimarrebbero ìn permanenza sull`isola, o che arriverebbero coloni dalla Turchia. Il rischio di una frattura permanente tra le due zone e le due comunità, con tutte le sue ramificazioni politiche e diplomatiche, è aggravato dall`inazione.

Non sono solo i ciprioti delle due comunità a rimetterci. La questione di Cipro complica il già complesso processo negoziale tra la Turchia e la Ue. Il clima politico disteso che sarebbe necessario in Turchia per consentire al Governo di proseguire sulla strada delle riforme e delle modernizzazioni risulta gravemente compromesso dai veti del Governo greco-cipriota. La stessa Turchia ha degli obblighi a cui ottemperare, per quanto riguarda l`accesso dei ciprioti ai porti e agli aeroporti turchi.

La situazione attuale è un problema anche per la Ue. Sono in palio la sua credibilità ela sua efficacia per affrontare il nodo del conflitto cipriota. Dal 2004 in poi, Bruxelles ha scaricato le responsabilità sui turco-ciprioti. Le ripercussioni di questo conflitto irrisolto si intrecciano con gli ostacoli che la Ue incontra per costruire un consenso sulKosovo; aggravano il fallimento degli sforzi europei per combattere il traffico di esseri umani sull`isola e complicano i rapporti con la Nato, di cui la Turchia è una componente fondamentale.

Un accordo generale non va liquidato passivamente come un obiettivo impossibile da raggiungere. Entrambe le comunità accettano già molti elementi del Piano Annan del 2004, e per ipunti ancora controversi c`è sempre la possibilità di trovare delle soluzioni. I parametri di un accordo dovrebbero essere basati su una federazione "bizonale" e "bicomunitaria": entrambe le comunità sarebbero riconosciute e avrebbero un loro territorio all`interno di uno Stato comune. Le truppe turche dovrebbero abbandonare l`isola per sempre; inoltre, una porzione del territorio greco-cipriota attualmente occupata dai turco-cìprìoti dovrebbe essere restituita e la maggior parte dei profughi dovrebbe essere messa in grado di tornare alle proprie abitazioni. 

Se un accordo sarà raggiunto, tutti avranno da guadagnarci. I greco-ciprioti non vivrebbero più nella paura e nell`insicurezza, e potrebbero anche beneficiare dell`economia della zona Nord che è la più dinamica della regione. I turco-ciprioti, da parte loro, potrebbero finalmente godere appieno dei benefici di essere cittadini dell`Unione. Per fare negoziati seri, però, ci vuole la volontà politica. Gli attori internazionali hanno un ruolo fondamentale da svolgere. Innanzitutto, la Ue deve esercitare forti pressioni per spingere le parti a tornare a intavolare negoziati a tutto campo, e far ripartire la mediazione dell`Onu. Poi, Ue e Onu devono usare la loro considerevole influenza per garantire che tutti le parti diano prova di buona fede al tavolo delle trattative. Il momento giusto per far ripartirei colloquipotrebbe essere dietro l`angolo, dopo le elezioni presidenziali che si terranno domani nella zona grecocipriota.

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